EX DISCARICA DI VIA SAN FRANCESCO: NESSUNA CRITICITA' AMBIENTALE

Aggiornato il:02/08/2022 Inizio evento: 02 Agosto Termine evento: 31 Agosto

Comunicato a firma di
➡️ Marta Picchi, Assessore all’Ecologia e Ambiente
 

L’Amministrazione ha avviato un percorso condiviso con gli Enti sovraordinati di conoscenza, monitoraggio e programmazione degli interventi sull’area.

La prima e fondamentalmente precisazione è innanzitutto quella di comunicare a tutti i cittadini che non esiste alcuna grave criticità ambientale legata all’area dell’ex discarica di Via San Francesco.

Vogliamo sottolineare questo aspetto perché l’interpellanza presentata dal Gruppo consiliare Più Casatenovo ha avuto dal nostro punto di vista un riscontro molto negativo generando di fatto allarmismo ingiustificato nella cittadinanza ed in coloro che hanno avuto modo di leggerne il testo sugli organi di stampa.

Ma facciamo un passo indietro perché questo argomento pur essendo di indubbia importanza merita di essere chiaramente illustrato e contestualizzato nelle giuste dimensioni.

Anno 1970. Un area boscata collocata nei pressi di via San Francesco, al confine con il Comune di Corezzana, viene individuata dall’allora Amministrazione comunale come sito in cui conferire i rifiuti solidi urbani dei cittadini di Casatenovo.

Oggi ovviamente anche solo pensare ad un’idea del genere vien la pelle d’oca ma erano davvero altri tempi. 52 anni fa. Quasi tutti i Comuni avevano nel proprio territorio una o più aree adibite in maniera più o meno autorizzata al conferimento di rifiuti solidi urbani.

La discarica viene autorizzata con delibera di Giunta Comunale n. 239 del 20 novembre 1970 a seguito di nulla osta di una apposita commissione dal Prefetto della Provincia di Como che aveva ritenuto l’area idonea. Per l’utilizzo dell’area, di proprietà privata, viene stipulato regolare contratto di affitto. Il conferimento dei rifiuti avviene dal 1970 al 1 gennaio 1975.

Dal 1975 in poi, l’esistenza di questa ex discarica veniva segnalata e censita nello studio geologico comunale (1986), nelle campagne di censimento provinciali (stesso anno), da sopralluoghi e rilievi di ASL (1986 e 1997) e ARPA (2003) che ne descrivevano la tipologia di rifiuti afferenti come previsto a rifiuti solidi urbani.

Il Comune nella variante generale al P.R.G. del 2005 individua cartograficamente l’area della ex discarica e la indica come luogo da risanare inscrivendo successivamente, nel Programma delle Opere pubbliche del 2008, una spesa per gli interventi di carattere idrogeologico necessari all’accertamento delle condizioni attuali del sito, per valutare la possibilità di messa in sicurezza della discarica piuttosto che di bonifica.

Nel febbraio 2008, con determina n. 141, viene affidato allo studio EG-Engineering Geology l’incarico per la caratterizzazione della ex-discarica e la valutazione della tipologia di interventi possibili.

La società di ingegneria, avvalendosi del supporto di diversi laboratori di analisi ha effettuato indagini tramite tomografia elettrica e sondaggi geognistici per poter valutare le caratteristiche dimensionali della discarica e lo stato dei rifiuti e dei terreni sottostanti mediante indagini di tipo diretto e indiretto e in laboratorio.

In questa fase di analisi è stata ovviamente coinvolta ARPA che ha effettuato delle controanalisi sui campioni raccolti e dalla nota tecnica del 23/02/2009 si poteva leggere quanto segue: “Sia le analisi effettuate dalla parte, sia le controanalisi effettuate dall’ARPA, dimostrano che nei campioni di terreno prelevati sotto la discarica le concentrazioni delle sostanze individuate come indicatori di un’eventuale contaminazione rispettano le suddette CSC - concentrazione soglia di contaminazione.” “Si validano quindi le analisi effettuate dalla parte e si conferma che il terreno sotto la discarica in questione non è contaminato”.

“Considerato inoltre che per uno spessore di almeno 20 mt il terreno in posto è costituito da litotipi a bassa permeabilità e che la soggiacenza della falda si aggira intorno ai 45 metri non si ravvisa l’esigenza di estendere l’indagine ambientale alla matrice acque sotterranee”. “Si conferma la possibilità di proseguire l’iter di approvazione del progetto senza vincoli relativi alla contaminazione dei terreni e si valuta positivamente la tipologia di intervento indicata”.

Quindi, stabilito che non ci sono contaminazioni del terreno o della falda, e pur non ravvisando elementi rivolti ad una necessità di intervento immediato, sono stati definiti dallo studio due scenari di intervento possibili:

il primo consistente nella bonifica dell’area con l’asportazione di tutti i rifiuti presenti con connessi interventi sull’area per renderla accessibile ai mezzi pesanti per il carico dei rifiuti, opere di risistemazione del terreno oltre che oneri di smaltimento dei rifiuti raccolti (stima 2,6 milioni € - anno 2009).

La seconda opzione, intervento di “capping” ovvero la copertura dei rifiuti previo disboscamento dell’area, modellazione del terreno (= realizzazione gradonature), sistemazione di una rete aggrappante e ripiantumazione dell’area con l’obbiettivo di migliorare l’aspetto morfologico e paesaggistico dell’area. Costo stimato 180 mila €. Sempre anno 2009.

Tra le due ipotesi quella più concretamente realizzabile perché meno impattante, meno onerosa,e più attuabile dal punti di vista tecnico è stata valutata essere la seconda. Indicata come idonea anche da ARPA nel report collegato alle analisi del terreno. Lo Studio preliminare viene approvato con delibera di Giunta comunale n.263 del 30/12/2008.

Nel 2009 Comune e Provincia di Lecco inseriscono nei rispettivi bilanci circa 90 mila € ciascuno per attuare l’intervento di messa in sicurezza.
La cifra viene mantenuta a bilancio negli anni successivi finché, complici diversi fattori tra cui in particolar modo, il famigerato patto di stabilità, Comune e Provincia hanno spostano su altri interventi più urgenti e inderogabili le cifre messa a bilancio.
In questi mesi, con gli uffici, abbiamo ripreso in mano la questione, effettuato un sopralluogo sull’area e cercato una interlocuzione con la Provincia di Lecco cui abbiamo trasmesso l’intera documentazione di interesse.

A metà giugno abbiamo organizzato un sopralluogo congiunto presso l’area della ex discarica con due funzionari della Provincia di Lecco del Settore Suolo Cave e Bonifiche.
La Provincia in esito al sopralluogo, pur non ravvisando una sostanziale modifica di quanto già rilevato dalle indagini e analisi effettuate nel 2008, si è attivata per contattare Regione Lombardia e organizzare un incontro con gli uffici competenti allo scopo di supportare il Comune per l’acceso a eventuali fondi regionali utili a sostenere finanziariamente un intervento di sistemazione dell’area.
A metà luglio abbiamo avuto un primo incontro con un funzionario della DG Ambiente e Clima di Regione Lombardia e i referenti della Provincia di Lecco nel corso della quale ci sono state illustrate due recenti DGR relative a finanziamento di interventi previsti per discariche ante-norma, cessate, in gestione operativa o post-operativa con riferimento all’art. 17-ter, comma 8 della l.r. n. 26/2003.
Con i referenti dei due enti ci siamo dati un nuovo appuntamento previa analisi le DGR, dei criteri di ammissibilità al bando di finanziamento e di verifica di alcuni aspetti di carattere tecnico.

In conclusione, le analisi sull’area della ex discarica di via San Francesco sono già state effettuate da laboratori privati e da ARPA e ci dicono che il terreno non è contaminato e non ci sono percolazioni nelle falde sotterranee.

Non ci sono bonifiche da effettuare.

Non ci sono terreni da sanare.

Non viene ravvisata alcuna grave emergenza ambientale.

Oggi l’area della ex discarica è interessata dalla presenza di un bosco ceduo dove la copertura con terreno che era stata fatta, a fine conferimento, con il tempo si è parzialmente dilavata, causando un sub affioramento di residui di sacchi, materiale plastico, metallico, vetro, che si nota soprattutto lungo le scarpate di scarico.

L’intervento che ancora oggi appare idoneo per l’area è quello relativo alla procedura di “capping” con l’obbiettivo di migliorare l’aspetto morfologico e paesaggistico dell’area.

E’ stata riavviato un dialogo con Provincia e Regione al fine di monitorare l’area e verificare la possibilità di accedere a fondi utili finanziare interventi su aree di questa natura.
Sul lato pratico, quello che l’Amministrazione valuterà è l’aggiornamento dello studio preliminare realizzato nel 2009 ad una fase progettuale definitiva/esecutiva dell’intervento di “capping” e contestualmente avanzare la ricerca di finanziamento degli interventi previsti.

 


Casatenovo, 29 luglio 2022


Marta Picchi
Assessore all’Ecologia e Ambiente

 

 

 
 
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